Lettera aperta al Presidente della Repubblica.
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione …” ma, cosa può un pensiero, un’idea o uno scritto, se ad interpretare quel pensiero, a leggere quello scritto, non c’è chi sia interessato?
Ill.mo Presidente della Repubblica, Le scrivo ancora una volta, per farLe “ascoltare” la mia voce. Le scrivo ancora una volta Egregio Dr. Mattarella, per farLe leggere il pensiero di un cuore e farLe ascoltare l’urlo di un’anima italiana che, stanca di essere canzonata, derisa, beffata, si rivolge a Lei Egregio Presidente della Repubblica, una Repubblica che d’Italiano ormai, inizia ad aver ben poco, nella speranza di poter ascoltare, nel tentativo di percepire ancora, il flebile battito del cuore del mio Stato, di un’Italia, che non vuol perdere del tutto la Sua Dignità, il Suo Onore, la Sua Storia e il Suo Orgoglio.
Lungi da me, il voler affrontare i pensieri filosofici o le quantistiche teorie dei politici che sino ad oggi, si sono amorevolmente avvicendati per l’interesse dell’Italia e dell’Italiano, ma non posso e non voglio credere che Lei, Egregio Presidente della Repubblica, possa rimanere imperturbato o non sia quantomeno incredulo, sbigottito e stizzito d’innanzi all’ennesima arrogante vessazione di uno Stato, l’India, che schiaccia, come si farebbe con una formica trovata dentro il piatto di minestra e senza aver neppure la Civile Educazione di discuterne con chicchessia, l’Onore ITALIANO, L’Orgoglio di una NAZIONE e il sentimento di un POPOLO…
Egregio Dr. Mattarella, mi rendo conto che la mia è la voce di Nessuno e non è mia intenzione affollare i Suoi già gravosi pensieri con slogan pro Marò o elencarLe ciò che sarebbe stato opportuno fare, oppure, dirLe di guardare dritto negli occhi le famiglie dei Nostri Militari, dei Suoi Marò e spiegare Loro, che farà ciò che nessun altro ha osato fare…
Qualcuno, probabilmente più sagace dello scrivente, parafrasò così un pensiero: – Un padre disse al proprio figlio
“…fai attenzione a dove metti i piedi, potresti inciampare…”, ed il figlio gli rispose “…fai attenzione tu! Ricorda che io seguo i tuoi passi…”
Ill.mo Presidente, di certo non occorre che Le spieghi la morale del citato pensiero, ma mi permetta di dirLe che l’Italia, gli Italiani, i Suoi Militari, le Sue Forze e i Nostri Marò, stanno per inciampare seguendo le orme di uno Stato forse poco attento e interessato…
Sperando che, l’umile mio pensiero possa contribuire ad aprire nuovi spiragli di luce che possano illuminare la strada del rientro dei Nostri Fucilieri di Marina, porgo i più cordiali saluti.
La voce di Nessuno
Giovanni Sergi
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